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Ossessioni e compulsioni

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo si caratterizza dalla presenza continua di ossessioni, cioè di pensieri, dubbi e immagini intrusive molto disturbanti, che riempiono la mente della persona, generando un forte disagio emotivo da impedire di vivere una vita normale.
L’individuo, nel tentativo di sopprimere pensieri e immagini dell’ossessione, attua compulsioni, ovvero comportamenti ripetitivi (lavarsi le mani, riordinare, controllare) o azioni mentali (pregare, contare, ripetere parole). Le compulsioni vengono messe in atto allo scopo di prevenire o ridurre l’ansia ed il disagio, o a prevenire alcuni eventi o situazioni temute e vengono applicate rigidamente (ad es. contare fino a 100 senza essere interrotti o lavarsi le mani 5 volte di seguito).
Un aspetto peculiare è però dato dal fatto che i rituali non sono collegati in modo realistico con ciò che sono designati a neutralizzare o prevenire, oppure sono chiaramente eccessivi. Affinché si possa parlare di un disturbo conclamato, le ossessioni e le compulsioni devono essere ricorrenti (ad esempio per più di un’ora al giorno) e causare disagio nel funzionamento sociale, lavorativo o in altre aree importanti.

I diversi tipi di Disturbo Ossessivo-Compulsivo
Il Disturbo Ossessivo Compulsivo viene riconosciuto come disordine psichico serotoninergico, in quanto è stato dimostrato che nelle persone che ne soffrono vi è una disfunzione nella trasmissione della serotonina tra i neuroni cerebrali. L’esordio del Disturbo Ossessivo Compulsivo avviene solitamente prima dei 30 anni, manifestandosi con una sintomatologia molto eterogena. In base al tipo di ossessioni e compulsioni che si presentano è possibile individuare alcuni sottotipi principali:

Disturbo ossessivo compulsivo da controllo
In questo tipo di DOC la persona crede che una propria azione o omissione possa causare danno a sé o ad altri. Le ossessioni e le compulsioni possono riguardare sia la paura di poter perdere il controllo dei propri impulsi diventando aggressivi, perversi, autolesivi, blasfemi, sia il dubbio di aver dimenticato qualcosa o di aver danneggiato qualcosa o qualcuno inavvertitamente. Alcuni esempi riguardano il dubbio di aver chiuso la porta di casa, il gas o la portiera dell’auto, o di aver augurato il male ad altre persone.

Disturbo ossessivo compulsivo da contaminazione
In questo caso si tratta di ossessioni connesse al temere eccessivamente lo sporco, i germi o di venire infettati. La persona, in questo caso, è tormentata dall’idea di contaminare se stessa o i propri familiari entrando in contatto con germi, sostanze tossiche o semplicemente vedendo persone sporche e che provocano disgusto. Il contatto con la sostanza temuta o la semplice idea di essere venuti a contatto è seguito da rituali tesi a neutralizzare la contaminazione (ad esempio rituali di lavaggio ripetuto delle mani, dei vestiti o di oggetti personali).

Disturbo ossessivo compulsivo da ordine e simmetria
In questo caso la persona sente il bisogno di svolgere azioni e sistemare oggetti sempre nel “modo perfetto”. Qualsiasi oggetto deve essere sempre precisamente allineato oppure ordinato secondo una logica ben precisa: tali ossessioni non riguardano solo oggetti, ma anche il proprio corpo (ad es. pettinatura dei capelli, abiti). La percezione di disordine spesso porta la persona ad impegnarsi per lungo tempo, affinché le cose possano essere a posto, diminuendo la sensazione di malessere interiore.

Disturbo ossessivo compulsivo da superstizione eccessiva
In questo caso la persona mostra pensieri superstiziosi sproporzionati: l’esito di eventi specifici viene correlato all’attuazione di particolari gesti, alla visione o meno di particolari oggetti, così come al suono di determinati rumori. Nel caso in cui si dovessero verificare avvenimenti ritenuti negativi, la persona sente il bisogno di mettere in atto precise strategie per annullare un possibile effetto negativo (ad esempio, pronunciare una frase specifica per dieci volte dopo aver visto passare un gatto nero).

Ossessioni relative a pensieri tabù (ossessioni aggressive, sessuali, religiose)
La persona che soffre di questo sottotipo manifesta pensieri ossessivi riferiti al timore dell’avverarsi di situazioni poco probabili, spesso a contenuto sessuale e religioso. Alcuni esempi riguardano la paura di essere omosessuale o pedofilo: la persona prova un forte senso di stress, confusione e colpa in quanto pur sapendo qual è il proprio orientamento sessuale, non riesce a spiegarsi la persistenza dei propri dubbi. In questo caso, le compulsioni sono spesso rappresentate dal tentativo di annullare il pensiero, oppure dall’innescarsi di un dialogo interiore estremamente snervante, volto a cercare conferma di eventi comprovanti la propria “normalità”.

Gli studi di efficacia condotti mostrano come anche chi è affetto da DOC anche da diversi anni può trarre giovamento da una psicoterapia cognitivo-comportamentale.

Alcuni dei disturbi ossessivo-compulsivo riguardano:
sporco, con il pensiero che il proprio corpo (spesso le mani) o altri oggetti siano sporchi nonostante numerosi lavaggi;
contaminazione, caratterizzata dalla paura che un contatto fisico (ad esempio una stretta di mano) possa portare malattie;
dubbi frequenti su azioni abituali (ad esempio se è stata chiusa la macchina o se si è spento il gas);
ordine e simmetria, con profondo disagio se non viene mantenuto un determinato ordine (ad esempio se vengono messi in disordine gli oggetti sopra una scrivania);
paura di perdere il controllo e fare del male a se stessi oppure agli altri;
pensieri di tipo blasfemo.

Come curare il Disturbo Ossessivo Compulsivo
Le linee guida internazionali indicano l’integrazione fra terapia cognitivo-comportamentale e terapia farmacologica come il trattamento di elezione per il Disturbo Ossessivo Compulsivo. Il trattamento psicoterapico cognitivo comportamentale si basa primariamente sulla Ristrutturazione Cognitiva ed Esposizione e Prevenzione della Risposta (ERP). I Trattamenti farmacologici di elezione per il trattamento di questo disturbo sono gli Inibitori Selettivi del Reuptake della Serotonina (SSRI), ma in alternativa si possono usare anche la venlafaxina e la clomipramina.
Gli studi di efficacia condotti mostrano come anche chi è affetto da DOC anche da diversi anni può trarre giovamento da una psicoterapia cognitivo-comportamentale.

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