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nostalgia

Le vacanze sono ormai finite e sebbene quello appena passato sia il periodo più spensierato e felice per antonomasia, anche il rientro alla quotidianità può mantenere uno stato piacevole. Parliamo del potere benefico della nostalgia.

Conosciamo tutti la sensazione di nostalgia, l’emozione caratterizzata da un senso di tristezza e rimpianto per la lontananza da persone o luoghi cari o per un evento collocato nel passato che si vorrebbe rivivere. Il termine nostalgia è stato coniato oltre 300 anni fa e originariamente designava la nostalgia di casa. Ebbene, la deriva semantica nel corso dei secoli l’ha allargata alla nozione di desiderio e mancanza di aspetti del passato personale vissuto di una persona. È un’esperienza paradossale meravigliosamente complessa.

Le funzioni psicologiche della nostalgia

La maggior parte delle ricerche disponibile oggi sostiene che la nostalgia ha una serie di funzioni. La cosa che li lega tutti insieme è che la nostalgia è un’esperienza emotiva che unisce. Un esempio di questo è che aiuta a unire il nostro senso di chi siamo, il nostro sé, la nostra identità nel tempo. Perché nel tempo cambiamo costantemente e cambiamo in modi incredibili. Non siamo neanche lontanamente gli stessi di tre anni fa, per esempio. La nostalgia, motivandoci a ricordare il passato nella nostra stessa vita, aiuta a unirci a quel sé autentico e a ricordarci chi siamo stati e quindi confrontarlo con chi sentiamo di essere oggi.

La nostalgia svolge una funzione psicologica essenziale in quanto è  un’emozione altamente sociale. Ci collega ad altre persone, ed in tanti modi diversi. All’inizio, quando siamo molto giovani, fa parte di ciò che ci lega alle persone più importanti della nostra vita, i nostri genitori, i nostri fratelli, i nostri amici. Mentre attraversiamo la vita, può ampliarsi ed estendersi a una sfera più ampia delle persone con cui interagiamo. È un fenomeno di connessione sociale.

L’altro modo in cui è unificante è che ci aiuta a unire ciò che altrimenti sarebbe sentito o vissuto da noi come un conflitto. Di per sé, la nostalgia è di per sua natura conflittuale, vista la sua essenza agrodolce. È dolce perché stiamo ricordando i momenti migliori, i momenti belli della nostra vita. L’amarezza deriva dalla sensazione che sappiamo per certo che non potremo mai davvero riconquistarli e che se ne sono andati per sempre. L’irreversibilità del tempo fa sì che non si possa assolutamente tornare indietro, quindi ci aiuta ad affrontare il conflitto dell’amara nostalgia di ciò che non potrà mai più essere insieme alla dolcezza di averlo vissuto e di poterlo rivisitare e riviverlo .

La nostalgia come misura

Tutti noi, quando siamo ad un evento importante, come una laurea, un matrimonio, il battesimo di un bambino, abbiamo la mente piena di ricordi nostalgici di altri momenti vissuti in precedenza e che rendono il tutto ancora più rilevante. Per esempio, quando un genitore è seduto tra il pubblico e guarda il suo figlio laurearsi , non può fare a meno di ricordare quando quel bambino era piccolo e aveva bisogno di aiuto per mettersi le scarpe e pensare fino a che punto quella persona è arrivata nella vita.

In un certo senso, la nostalgia è come una misura. È un modo in cui teniamo traccia delle cose, monitoriamo i progressi nella vita, non solo per noi stessi, ma anche per le altre persone a cui siamo molto legati.