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Ci siamo. Hai deciso di intraprendere  un percorso di psicoterapia ed ora devi capire  a quale professionista rivolgerti. Sembra una scelta semplice, ma ti sei reso/a conto che ci sono tante variabili da tenere in considerazione. Ho deciso di scrivere questo articolo per darti qualche suggerimento per aiutarti nella scelta.

Spesso si arriva al momento di voler contattare un/a psicoterapeuta dopo mesi dal primo momento in cui si è sentiti di avere una difficoltà o stare male. Altre volte la decisione viene presa di impulso, subito, senza pensarci due volte. A prescindere dal tempo che intercorre dal primo episodio di difficoltà, alla fatidica telefonata per prendere il primo appuntamento, la domanda che tutti si fanno in questi casi è: “come faccio a scegliere il/la psicoterapeuta giusto/a per me?” .

Dopo quasi vent’anni di attività clinica (e diversi percorsi di psicoterapia in cui il paziente ero proprio io) mi sento di poterti dare qualche consiglio, personalissimi e non esaustivi, ma che penso possano esserti di aiuto.

1) Area di pertinenza. Una prima valutazione da fare è se il professionista a cui mi sto rivolgendo è esperto in quell’area specifica. Ad esempio, se soffro di ansia è importante che il terapeuta sia formato ed esperto in quell’area specifica. Lo stesso vale per i vari disturbi, quali ad esempio, i disturbi del comportamento alimentare, i disturbi di personalità e cosi via. In fondo pensiamoci: se abbiamo male alla gola, ci rivolgiamo all’otorinolaringoiatra, non al ginecologo. Giusto?

2) Approccio terapeutico. Questo è già un aspetto più difficile da individuare. In psicoterapia esistono numerosi approcci specifici, che fanno riferimento a teorie e processi e a metodologie diverse di lavoro. Alcuni approcci si sono dimostrati essere più efficaci per alcuni disturbi, ad esempio, la psicoterapia cognitivo comportamentale è ad oggi l’approccio terapeutico che ha dimostrato il maggior grado di efficacia in uno svariato numero di disturbi. Il mio consiglio è di chiedere direttamente al terapeuta di spiegare in cosa consiste l’approccio utilizzato.

3) Esperienza. Questa è un aspetto importante: il terapeuta a cui mi rivolgo, a mio parare, deve avere una buona esperienza clinica. Nello specifico deve avere maturato una conoscenza approfondita sia della pratica clinica, che della tecnica. Ciò è più probabile che avvenga se il terapeuta ha diversi anni di pratica alle spalle e se ha conseguito il titolo di psicoterapeuta (la specializzazione quadriennale, obbligatoria se si vuole fare “psicoterapia”).

4) Rimane aggiornato? Personalmente reputo che l’aggiornamento sia un requisito imprescindibile di un qualsiasi professionista. Le linee guida ed i protocolli terapeutici possono cambiare nel corso degli anni attraverso lo studio e la ricerca ed è necessario esserne informati e formati, partecipando continuamente a corsi di aggiornamento e formazione.

5) Produce attività scientifica? Un aspetto a mio parere importante è dato dalla produzione scientifica (pubblicazione di articoli scientifici e partecipazione in qualità di relatore a convegni). Questo perché un terapeuta attivo nell’attività scientifica è senza ombra di dubbio un terapeuta aggiornato sui vari aspetti trattati.

6) Uomo o donna? Non esiste una regola precisa, tutto dipende dalla volontà della persona. Può capitare che la persona esprima il proprio desiderio di incontrare un terapeuta uomo o, viceversa, donna. Questo può essere dovuto dalla difficoltà a rapportarsi con uno dei due sessi e dalle aspettative che ne conseguono. Tuttavia, queste difficoltà possono essere un fattore incentivante per rivolgersi al terapeuta del sesso con cui si hanno maggiori difficoltà.

7) Vicinanza geografica. Credo che la scelta non debba essere dettata dalla mera vicinanza geografica. Se il professionista è valido e competente, vale la pena far dei chilometri di strada per raggiungerlo. Senza dimenticare che il tempo trascorso nel viaggio verso lo studio dello psicoterapeuta è un momento importante perché da modo alla persona di riflettere su cosa affrontare sulla terapia e, una volta terminato l’incontro, di sedimentare quanto emerso durante la seduta. Ovviamente, se il terapeuta è molto lontano, esiste sempre l’opzione online (anche se io preferisco di gran lunga la presenza).

A questo punto le cose dovrebbero essere un po’ più chiare, ma rimane un’ultima domanda: dove lo cerco? Indubbiamente il passaparola è un ottimo strumento: se conosco qualcuno che è già stato in cura da  uno psicoterapeuta e si è trovato bene, mi può consigliare lo stesso professionista.

Anche il proprio Medico di Medicina Generale ci può dare dei nominativi di persone competenti. Infine, il canale più immediato, è quello di cercare online (web o social): in questo modo posso già farmi un’idea di alcuni aspetti, quali l’esperienza e l’approccio. Tuttavia, un consiglio che mi sta a cuore ve lo voglio dare (un altro, a dire il vero): valutate se quello è il/la psicoterapeuta giusta solo dopo averci fatto un primo colloquio. Quello è il momento giusto per “sentire” come vi siete sentiti e che impressione vi ha fatto il professionista. Non è detto, infatti, che siccome la mia amica si è trovata bene con un professionista, la cosa posa succedere anche a me! 

Non mi resta che augurarvi… buona scelta!