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La crisi del quarto di secolo, o anche crisi del quarto di vita (Quarter-Life Crisis in inglese), è una fase che ricade intorno ai 25 anni circa, caratterizzata da ansia, dubbi, insicurezza sulla carriera professionale, senso di costrizione e insoddisfazione generale sulle relazioni e sulla propria situazione finanziaria e, nei casi più gravi, depressione.

La crisi avviene dopo i vent’anni, in concomitanza con, o poco dopo, l’ingresso nel mondo “dei grandi”. I motivi della crisi sono da cercare essenzialmente nell’ambito lavorativo ed affettivo. Dal punto di vista affettivo, uno dei principali motivi che scatena questa crisi è dato dal conflitto interiore fra intimità contro l’isolamento, cioè fra il desiderio di intraprendere relazioni affettive stabili e quello di mantenere la propria indipendenza affettiva. Dal punto di vista lavorativo, un aspetto importante risiederebbe il non trovare un lavoro che sia al proprio livello accademico o intellettuale. Queste situazioni possono quindi portare ad un senso di frustrazione e insoddisfazione generale che influisce sul tono dell’umore e a sua volta sulle relazioni.

Ovviamente queste non sono le sole motivazioni: altre persone sperimentano la crisi in quanto vivono una costante insicurezza riguardo al proprio futuro ed una marcata nostalgia per un passato prossimo, quale il tempo delle superiori o del mondo universitario. La “crisi del quarto di secolo” è quindi un momento di crisi tipico di quello specifico spaccato temporale di età, in quanto si esce dalla “zona di sicurezza” e si iniziano a percorre strade ignote.

Perché tutto ciò accade?

Intorno ai 25 anni si tende a perdere la spensieratezza tipica del periodo adolescenziale. Entrando nel mondo degli adulti ci si confronta con situazioni che erano solo state immaginate o raccontate da altri e alle quali ora è necessario dare risposta, trovandosi spesso impreparati o insicuri. Ed è proprio questa situazione di incertezza, unita alle alte aspettative della famiglia e della società, che manda i giovani in confusione, accrescendo i timori e l’ansia.

Un altro aspetto saliente è dato dal meccanismo di attenzione selettiva che permette di veicolare le numerose informazioni presenti nell’ambiente. Noi tutti tendiamo a portare la nostra attenzione agli eventi che sono congrui con il nostro stato emotivo e con i pensieri maggiormente frequenti. Se, ad esempio, si sta cercando un lavoro e si inizia ad avere mancate risposte ai CV inviati o a sperimentare i primi fallimenti dopo un colloquio lavorativo, la nostra mente tenderà ad avere un ricordo specifico di questi eventi temuti e portare ad un senso di frustrazione sempre più crescente.

Inoltre, il paragone con la vita (apparente) degli altri, può contribuire notevolmente: si puoi avere la sensazione che tutte le altre persone stiano facendo meglio di sé. Inevitabilmente questo aspetto è rafforzato dall’utilizzo dei social dove le persone tendono a mostrare solo i propri successi. Si inizia mettersi in paragone con tutti coloro che sono della tua età ed esci sempre sconfitto da qualsiasi confronto. Uno in specifico è quello del sentirsi “in ritardo” rispetto alla “normalità”. Non essersi ancora laureati, mentre gli altri già lavorano oppure il non avere una relazione stabile, quando vedi amici andare a convivere e mettere su famiglia, sono fra i principali fattori che mettono in crisi i giovani. Insomma, lo stato emotivo e psicologico inizia a vacillare, gli effetti non sono per niente positivi. 

Come superare questa crisi?

Un aspetto peculiare per gestire l’ansia dei vent’anni è quello di gestire al meglio lo stress. Le ricerche ci dicono che l’intelligenza emotiva è una delle più efficaci abilità che  possa aiutare in questo periodi di transizione. Chi ha un’intelligenza emotiva sviluppata riesce ad affrontare le varie situazioni gestendo le proprie emozioni senza perdere il controllo. Aumentando il proprio livello di consapevolezza diventa più facile gestire le proprie reazioni e a migliorare il proprio benessere soggettivo.

Inoltre, non va dimenticato che la maturazione della personalità attraversa necessariamente momenti d’incertezza e spesso porta con sé anche della sofferenza. È fondamentale che i giovani restino concentrati sul proprio essere, sui propri desideri e si ricordino che… “Roma non è stata costruita in un giorno”. Ognuno ha le proprie velocità e non è detto che ciò che vedo negli altri sia giusto per me. I giovani devono fare proprie quelle scelte, con la consapevolezza che nulla è deciso irrimediabilmente e che non è mai tardi per cambiare