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L’insoddisfazione non è di per sé negativa, ma un segnale che indica che qualcosa non va, e ci avverte che dobbiamo apportare dei cambiamenti per raggiungere il benessere.

L’insoddisfazione è un segnale che indica che qualcosa va modificato a livello personale o a livello relazionale. Se una persona tende ad essere insoddisfatto per la maggior parte del proprio tempo, questo deve far accendere un campanello d’allarme.

Vivere costantemente insoddisfatti porta a sperimentare un senso di dispiacere permanente che impedisce di vivere appieno il presente. Ciò è spesso dovuto al fatto che non siamo soddisfatti di ciò che siamo, non accettiamo pienamente la nostra identità e le situazioni che, a vario titolo, viviamo quotidianamente. Nella maggior parte dei casi, si fatica a trovarne l’origine, e le persone che soffrono di insoddisfazione cronica lamentano “mal di vivere” profondamente radicato che a tratti può divenire anche invalidante.

Quali sono le cause dell’insoddisfazione cronica?

L’ insoddisfazione cronica ha di solito origini lontane, che rimandano alle prime esperienze relazionali, dove si formano le immagini di sé, degli altri e del mondo circostante. Per capire, e quindi gestire, questa insoddisfazione bisogna quindi indagare queste prime esperienze, provando a comprendere quali sono le convinzioni su se stessi e sugli altri che queste persone hanno potuto creare e che li influenzano ancora oggi, nel loro presente, facendoli sentire sempre tendenzialmente insoddisfatte.

Per riuscire a comprendere e gestire l’insoddisfazione cronica è importante indagare quali esperienze di vita hanno portato ad avere determinati convinzioni su sé stessi e sugli altri e in che modo tali convinzioni sono ancora radicate del presente portando a sentirsi sentire sempre tendenzialmente insoddisfatte. In particolare, i segnali che possono farci collegare certi sintomi sono i seguenti:

  • Delusione e frustrazione: un insoddisfatto cronico raramente riesce ad essere soddisfatto e anche l’eventuale conseguimento di un obiettivo è spesso vissuto con sentimenti di delusione o frustrazione.
  • Tendenza al perfezionismo: che spinge la persona ad avere standard elevati e difficilmente raggiungibili e che non rendono comunque possibile godere a pieno del risultato raggiunto.
  • Ipersensibilità al fallimento: in quanto la paura di fallire è inaccettabile. Quando un obiettivo non viene raggiunto, o non viene raggiunto come sperato, l’eterno insoddisfatto prova senso di colpadi responsabilità e frustrazione.  
  • Tendenza alla lamentosità: l’insoddisfatto non perde mai occasione per lamentarsi e ha la tendenza a pensare continuamente che le cose fossero differenti, migliori, più funzionali, fatte meglio.
  • Forte autocritica: l’insoddisfatto cronico è focalizzato sulla paura di fallire e nel caso in cui non riesca ad ottenere quanto sperato si critica fortemente, in quanto si ritiene incapace e unico responsabile degli eventi.  
  • Difficoltà a comunicare: l’insoddisfatto cronico difficilmente comunica i propri bisogni agli altri, aspettandosi che siano loro stessi a doverli intuire.

Come gestire l’insoddisfazione cronica e tornare a vivere sereni?

Spesso, chi soffre di insoddisfazione cronica, giunge allo specialista senza una chiara consapevolezza dei propri bisogni e modo di relazionarsi lamentando per lo più umore depresso, stanchezza, affaticabilità, scarsa comprensione da parte degli altri. Compito principale del clinico, una volta escluse altre cause, è proprio quello di cogliere cosa possa stare dietro a queste sintomatologie generali e accompagnare la persona in un percorso che tenga in considerazione gli aspetti personologici e delle caratteristiche specifiche.

Dopo una prima fase di conoscenza sarà necessario focalizzare l’intervento clinico sulla comprensione dei bisogni della persona, soffermandosi sugli schemi comportamentali che vengono messi in atto e correggere eventuali aspetti disfunzionali. Sarà poi importante lavorare sulla rigidità di pensiero, aspetto fondamentale per poter correggere visoni di sé fortemente critiche.

Attraverso un approccio mirato è possibile riuscire a individuare le cause della propria insoddisfazione e attuare le strategie comportamentali più indicate per migliorare la propria qualità di vita. L’intervento dello psicologo è importante per effettuare un’attenta analisi funzionale, volta ad individuare gli schemi maladattivi, causa dell’insoddisfazione cronica. Sarà poi attraverso un percorso di consapevolezza, che la persona riuscirà a individuare le cause del proprio malessere. Infine, grazie ad un approccio collaborativo, psicologo e paziente, individueranno le strategie ottimali per gestire questo stato di insoddisfazione. La psicoterapia Cognitivo Comportamentale si è dimostrato un approccio valido per la gestione di questa condizione, in tempi rapidi. Se vuoi avere maggiori informazioni contattami mandandomi una mail o telefonandomi.