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Essere amati ed accettati da chi ci circonda, così come la voglia di “fare bella figura” sono esperienze che accomunano tutti noi. A volte però rischiamo di rimanere imbrigliati nella necessità di essere apprezzati dagli altri e ciò ci porta a comportarci non come vorremmo, se non addirittura ad evitare le relazioni.

Il bisogno di accettazione

Essere accettati rappresenta uno dei nostri bisogni umani essenziali ed è radicato nel nostro DNA. Vivere in gruppo è fondamentale per la sopravvivenza e lo sanno bene i nostri antenati che si sono aiutati reciprocamente nella caccia, nella cura della prole e nella difesa dai pericoli. Il nostro cervello si è perciò evoluto identificando come una minaccia l’eventualità di essere allontanati, espulsi o emarginati.

Tale bisogno è radicato nel DNA di ciascuna persona, tanto che una delle paure più diffuse è data dall’essere giudicati, e quindi potenzialmente esclusi, da altri. Quando ci poniamo domande quali “Cosa penseranno gli altri di me?”, “Cosa diranno?”, “Che figura farò?”, non facciamo altro che manifestare questa paura, legata al timore dell’umiliazione, dell’esclusione dal gruppo, dell’emarginazione.

Come nasce la paura del giudizio?

La paura del giudizio nasce prevalentemente a causa di un basso livello di fiducia in sé, che non necessariamente coinvolge tutti gli ambiti della nostra vita.  Già da piccoli apprendiamo che il ricevere un giudizio positivo possiede una forte influenza sia nel migliorare il nostro umore, sia sulla nostra autostima, allontanando la paura di essere messi in discussione e quindi emarginati.

Va ricordato che l’ansia è un’emozione funzionale che tutti noi sperimentiamo ogni giorno. Anche l’ansia del giudizio, se contestualizzata, è normale: se, ad esempio, dobbiamo sostenere un esame all’università, un colloquio di lavoro, un primo appuntamento. Un giusto grado di ansia, che non è né troppo elevato né troppo basso, ci motiva ad avere prestazioni ottimali.

Talvolta, però, la paura del giudizio dell’altro emerge con intensità elevata, e chi ne soffre sperimenta un senso di oppressione che lo porta a vivere con sofferenza le situazioni temute o a evitarle completamente.

Quando la paura del giudizio altrui diventa un problema

Alcune persone, per ottenere il giudizio altrui, scendono a compromessi con sé stesse e mettono in atto comportamenti non propri, solo per paura di venire rifiutate. Questo atteggiamento non ha risvolti positivi: sforzarsi di essere “adeguati” al contesto in cui ci si trova comporta un grande sforzo mentale e fisico, in cui ciò che viene a perdersi è proprio l’individualità e la spontaneità che caratterizza ciascuna persona.

Il timore del giudizio altrui, quindi, può indurre a nascondere il vero io, portando a comportarsi in maniera differente dal vero sé allo scopo di avvicinarsi agli altri. Purtroppo l’effetto reale è completamente opposto, in quanto non si fa altro che imporsi atteggiamenti non propri e contrastanti con la propria personalità.

Questo, inoltre, porta all’instaurarsi di un circolo vizioso: più si cerca approvazione dagli altri, cercando di evitarne il giudizio negativo, maggiore è l’ansia di poter invece essere messo sotto “accusa”. È una trappola che non dà modo di essere noi stessi, né di essere come vorremmo apparire.

Un altro comportamento spesso presente in chi teme il giudizio degli altri è quello di evitare qualsiasi contatto o possibilità di interazione con altri. Questo porta ad un forte senso di frustrazione, in quanto la persona vorrebbe poter interagire con altri, ma non si sente adeguata e quindi preferisce evitare per paura di essere rifiutata.

Il trattamento della paura del giudizio

Quando l’ansia e il disagio che ne scaturiscono diventano così forti da condizionare la vita quotidiana e lo stare in relazione con gli altri, l’aiuto di uno psicologo diventa allora necessario. L’approccio cognitivo comportamentale si è dimostrato di grande efficacia per trattare questa problematica.

Attraverso l’approccio cognitivo comportamentale si valutano le origini di tale timore e l’intensità del disagio, in modo da rendere consapevoli i pensieri sottostanti al timore del giudizio degli altri e iniziare a monitorarli. Segue poi un lavoro sulla comprensione di pensieri, emozioni e comportamenti, che mantengono il circolo vizio dell’ansia in modo da individuare le strategie più efficaci per gestirla rapidamente e migliorare le capacità relazionali delle persone.

Se anche tu pensi di temere il giudizio delle altre persone e ti sei reso conto che metti in atto le strategie presentate in questo articolo, puoi contattarmi per avere maggiori informazioni. Insieme valuteremo la tua situazione per definire il miglior trattamento.